RINOCERONTE
Il Carnevale di Venezia del 1751 è passato alla storia per la presenza di una attrattiva straordinaria per l’epoca: una femmina di rinoceronte mostrata al pubblico, dietro pagamento di un costoso diritto di entrata. Ne è testimonianza un celebre ritratto dipinto da Pietro Longhi, esposto tuttora al Museo di Ca’ Rezzonico.
Gigio Brunello trae ispirazione da quel momento di eccitazione collettiva per riproporre, sotto forma di installazione, una immagine paradossale. Brunello propone un non senso, la massa dell’animale viene sovrastata da un ragazzino che con il suo peso fa inclinare dalla sua parte l’asse di un’altalena.
Brunello nel suo lavoro, oramai quarantennale, maestro riconosciuto anche oltre i confini nazionali nell’arte del Teatro di Figura, ama misurarsi con il paradosso, con la rivelazione del senso nascosto delle cose, servendosi di burattini più umani degli uomini, di pupazzi più espressivi e sapienti di filosofi patentati, di felici intuizioni sceniche, con cui mette in dubbio luoghi comuni, certezze assodate, rapporti di forza solidificati.
Forte Mezzacapo, costruito sulla base di logiche di guerra, nato come luogo funzionale alla storia vista come confronto violento, da anni con coerenza si apre alla cittadinanza e si mostra luogo di pace, di attività artistiche, di contraddizione feconda con la volontà che lo costruì 110 anni fa.
L’Associazione dalla Guerra alla Pace continua nell’impegno di farne cornice di riflessioni, di relazioni tra le persone, di convivialità.
Pensiamo che non vi sia contrasto, ma perfetta intesa tra l’intuizione poetica di Gigio Brunello e la pace piena di domande di questo luogo.