SESTA INSTALLAZIONE NELLA RONDA DELL' ARTE

22 Ottobre 2017 ore 11

 

Sesto appuntamento con LA RONDA DELL’ARTE in occasione della presentazione del sesto gruppo di artisti che domenica 22 ottobre 2017 ore 11; si unirà, con nuovi lavori, ai numerosi artisti già presenti al Forte Mezzacapo di Zelarino (Venezia); verranno infatti installate e presentate al pubblico tre nuove opere nel grande e suggestivo parco di sculture, installazioni ambientali e interventi di land art dislocati nel percorso di ronda, un tempo militare, che per circa un chilometro corre intorno alla struttura fortificata.

 

La Ronda dell’Arte è un progetto culturale in fieri curato dal critico d’arte Gaetano Salerno e nato dalla collaborazione sinergica tra l’Associazione Culturale Dalla Guerra alla Pace | Forte alla Gatta e Segnoperenne, patrocinato dalla Città di Venezia e dalla Municipalità di Chirignago - Zelarino.

 

L’inaugurazione di domenica 22 ottobre 2017 costituisce il sesto capitolo di un processo culturale (precedenti inaugurazioni: giugno 2015, settembre 2015, maggio 2016, ottobre 2016, maggio 2017) che si realizzerà e svilupperà, come primo nucleo di opere e interventi ambientali, nei simbolici limiti temporali di giugno 2015 e giugno 2018 (riferimento agli anni del Grande Conflitto in Italia, dal centenario della sua entrata in guerra) per proseguire poi, oltre il primo triennio, con la dislocazione d’interventi artistici lungo l’intera lunghezza del percorso di ronda, invadendo pacificamente l’ambiente per individuare nuovi dialoghi e nuovi scambi tra elementi naturali e artificiali, tra uomo e territorio.

 

(inaugurato nel 1911 e parte del Campo Trincerato di Mestre), entrambi testimoni della violenza della Prima e Seconda Guerra Mondiale ancora percepibile dalle scritte militari (recentemente restaurate) riportate sulle spesse e grigie mura di cemento del forte, si sommano la ricerca di una nuova funzione d’uso in grado di sviluppare valori antitetici alla violenza quali la pace, l’aggregazione sociale e culturale, la memoria di un passato ormai remoto da conoscere e non dimenticare quali nodi concettuali del progetto e del taglio curatoriale seguito per la selezione dei lavori esposti e del lungo processo che si svilupperà e si completerà nel tempo, fino a coprire l’intero perimetro della ronda”.

 

Le Nuove installazioni

Artepiù (Marilisa Brocca, Giovanna Caputo, Annamaria Salvadori, Lucia De Colle, Donatella Martignon, Annalisa Gheller, Deborah Barbazza, Giuliana Scatto, Daniela Campedel, Sandra Bonetto, Giulia De Serio, Sonia Trevisan)  - 

Non calpestare i sogni

 

Un lavoro corale che lascia trasparire sia la sinergia del gruppo di artisti, sia il punto di vista di ciascun autore, chiamato a personalizzare con il proprio intervento uno dei tanti moduli dei quali si compone questo particolare e scenografico “gruppo scultoreo”. Artepiù ha immaginato e realizzato un teatro minimale di manichini che affiora dal palcoscenico di terra e erba (e contemporaneamente affonda le proprie radici nella terra e nell’erba, ancorandosi metaforicamente al luogo) per animare con nuove ed energiche presenze il percorso espositivo che si snoda lungo il camminamento di ronda. Individui silenti, colti in pose plastiche, esprimono nelle posture e nei linguaggi metaverbali dei quali diventano interpreti, sentimenti ed emozioni inattese; dal dialogo endogeno che lega ciascun manichino all’altro e dal dialogo esogeno che invece pone in contatto i manichini con i visitatori della ronda, emerge così uno scambio diretto ed immediato tra esseri che esistono e, nel qui e adesso, ripopolano di nuova speranza questo spazio.

 

 

Stefano Boato 

TOWER “La memoria di una metropoli per non dimenticare”

 

“Tower” è una città verticale, una torre di babele, una metropoli che sale al cielo. E’ un accumulo ordinato e sterminato di edifici, contenitori anonimi dove nel brulicare del presente, rivolto solo al futuro, confina all’oblio esperienze e vissuto di un uomo che ha perso la memoria e con essa i suoi ritmi vitali. Ma le sofferenze ed i sacrifici, ferite di guerre vissute, non possono essere dimenticati perché presto altrimenti rivissuti in una catena senza fine. Vivere esuli dal ricordo consapevole del sacrificio altrui che ci ha permesso questa vita è solo un sopravvivere, un andare senza meta. “Tower” diventa la verticalizzazione di "Metropolis" l’espansione di menti dove la memoria artificiale diventa monito a guardare indietro per poter andare avanti rimettendo l'uomo al centro della vita.“Tower” è un totem realizzato mediante assemblaggio di 68 elementi, hard disk usati, ricavati da computer dismessi e saldamente fissati ad una struttura in acciaio inox alta 250 cm. Si genera così una città verticale infinita ed allo stesso tempo indefinita. Acciaio e vernice bianca fanno calare il silenzio sul brulicare umano e nel silenzio i ricordi riaffiorano, la mente si libera e può guardare indietro per poi andare avanti.  “Tower” è realizzata in parte con materiali di riciclo perché “… tutto può avere un’altra possibilità ...” e perché “ ... in questa macchina che tutto macina e poi divora qualche cosa si salva e poi … vive ancora ...”. “Tower” è anche un omaggio al regista austriaco Fritz Lang che con "Metropolis" nel 1927 aveva aperto una finestra sul nostro futuro.  

 

 

Gaia Lionello 

The nature recovers what is his

 

Il titolo riprende perfettamente e direttamente l’essenza dell’opera fotografica . “La natura di riprende ciò che è suo” vuole infatti ristabilire un legame diretto e biunivoco tra uomo e natura.

 

E’ una fotografia di un’installazione  dell’artista, modificata al computer.

 

Rappresenta il suo volto, con lo sguardo rivolto verso l’alto; dalla bocca escono rami come se la natura la riprendesse con sé.